CAVALCARE L'ONDA O ESSERNE TRAVOLTI
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C'è una scena di un film che mi ha fatto pensare, racconta una storia vera, negli anni 60, meravigliosi e turbolenti: la guerra fredda, i miti del cinema, I Beatles, le esplorazioni spaziali…
Racconta la storia di un gruppo di donne di colore, che in un paese ancora profondamente maschilista in cui vige una segregazione razziale, lavorano sui calcoli di lancio dei voli orbitali.
Sono “calcolatrici umane” qui è affidato il lavoro dietro le quinte ma fondamentale per la riuscita del progetto di lancio del primo americano in orbita (i sovietici avevano già inviato Gagarin quasi un anno prima).
È il 1961 gli spuntano i primi calcolatori IBM, mastodontici macchinari grandi come armadi che macinano dati a velocità non paragonabili alle capacità umane… il lavoro delle calcolatrici umane” è improvvisamente diventato inutile!
La macchina elettronica però deve essere programmata per poter operare e la protagonista che ha fiutato il cambiamento in corso studia il manuale di programmazione e adegua le sue competenze alla nuova situazione.
In un contesto che cambia rapidamente, mantenere aggiornate le competenze è fondamentale.
Oggi come allora stiamo assistendo ad una nuova rivoluzione industriale, la robotica e l'intelligenza artificiale avranno un impatto travolgente e trasversale a tutti i settori economici.
Il messaggio che ho colto e che vorrei condividere è che sta a ciascuno di noi scegliere se cavalcare l'onda del cambiamento in atto oppure esserne travolti.
Il film è “Il diritto di contare” – Titolo originale “Hidden figures” del 2016 che ti consiglio di guardare.
Se c'è un settore economico che ad intuito non avrei mai collocato tra quelli impattati dallo sviluppo dell'intelligenza artificiale ed è l’agricoltura.
In realtà, una combinazione di sviluppo dei satelliti a bassa quota e l'analisi di immagini grazie alla intelligenza artificiale, possono portare un beneficio ad un settore che nell'immaginario collettivo si trova molto distante da tutto ciò che intendiamo come tecnologia.
Nella pratica avviene che le fotografie dei terreni scattate da satelliti permettono di comprendere se le coltivazioni necessitano di irrigazione.
Forse ricordiamo tutti dalle scuole medie o dal liceo che le foglie producono ossigeno grazie alla fotosintesi clorofilliana, questo avviene sulla parte superiore della foglia quella più esposta ai raggi del sole, la pagina inferiore della foglia invece possiede delle minuscole aperture, chiamate “stomi” dalle quali traspira l'acqua sotto forma di vapore, per mantenere la temperatura della pianta, esattamente quello che facciamo noi esseri umani tramite il sudore.
Quando la pianta non riceve acqua dalle radici in quantità sufficiente, queste minuscole aperture vengono chiuse per mantenere una quantità di liquido sufficiente alla pianta per vivere. Diminuendo la traspirazione il calore della pianta aumenta.
Queste variazioni di temperatura e di umidità emessa dalle piante possono essere rilevate tramite fotografie satellitari e analizzate, in questo modo si rilevano le circostanze in cui una coltura ha necessità di essere irrigata.
La conseguenza è un apporto ottimale di irrigazione che favorisce un miglioramento della produzione.
Questo è solo un esempio di quanto le nuove tecnologie possono apportare efficienza anche in settori tradizionali i teoricamente distanti dal mondo dei chip.
Alcuni anni fa mi sono imbattuto in un piccolo articolo di giornale, poco più che un trafiletto.
Raccontava di un robot, mosso da intelligenza artificiale, che era stato in grado di montare una sedia dell'IKEA in circa 20 minuti.
In prima battuta mi venne da dire che probabilmente io stesso avrei fatto di meglio rispetto a quel robot, montare una sedia dell'IKEA per un essere umano con un minimo di manualità è praticamente un gioco.
Nel breve articolo veniva però specificato che al robot non erano state date le istruzioni per il montaggio ma che era stato semplicemente “detto” che si trattava di una sedia e gli erano stati consegnati i pezzi.
Il robot pertanto ha dovuto “capire” che cosa fosse una sedia e fare in modo che i pezzi assegnatigli costruissero un oggetto analogo.
A questo punto ho capito che lo sviluppo della intelligenza artificiale avrebbe portato ad impatti inimmaginabili su qualunque settore e che se pensiamo a determinati lavori manuali come insostituibili, forse non ci stiamo rendendo pienamente conto di quanto lo sviluppo delle nuove tecnologie stia cambiando totalmente le regole del gioco.
La robotica e l'intelligenza artificiale viaggiano su binari che si avvicinano sempre di più, pronte a sostituire tutti quei lavori umani che sono ad oggi pericolosi, faticosi, ripetitivi.
Aggiungo che mi aspetto in tempi non troppo lontani che la sostituzione del lavoro umano vada a toccare anche quei lavori a basso valore aggiunto.
L'operaio tessile inglese licenziato dall'avvento della macchina a vapore è l'emblema di una trasformazione che lascia sul campo numerose vittime.
Questa prospettiva appare un po’ spaventosa soprattutto se pensiamo alla rapidità con la quale sta avvenendo il cambiamento: la prima e la seconda rivoluzione industriale hanno impiegato decenni per compiersi, ora il mondo è molto più veloce e questa rivoluzione la vivremo in un tempo sicuramente più contenuto, probabilmente un numero di anni da contare sulle dita delle nostre mani.
Sono due gli aspetti che possono rincuorarci e portarci a non temere un futuro di cambiamenti: il primo è che nei paesi più industrializzati dove l'utilizzo della robotica ha già sostituito molto del lavoro manuale, la disoccupazione è in realtà molto bassa
Quello che ci deve portare a non temere è il pensiero che molte figure professionali si evolvono e si trasformano nel tempo. Oppure com’è già accaduto molte volte, alcuni mestieri cessano di esistere e altri se ne creano.
Chi nasce oggi probabilmente farà lavori che oggi non esistono neppure, sarà quindi la nostra capacità creativa a costruire nuove opportunità in una realtà che cambia.
Buon cambiamento a tutti!